Budapest Senza Il Danubio by Michele Monina

Budapest Senza Il Danubio by Michele Monina

autore:Michele Monina
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788896999783
editore: Laurana Editore
pubblicato: 2014-05-08T16:00:00+00:00


Lo dico apertamente, questo mio girare per l’Europa ha duramente minato alcune mie convinzioni. Convinzioni, sia detto per inciso, sulle quali avevo costruito una parte importante della mia vita da adulto. Su tutte, quella di essere un buon conoscitore di musica contemporanea, intendendo con questo la musica leggera, dal pop al rock, non certo la classica. Ho giocato anche al ribasso, a dirla tutta, perché non ho passato gli ultimi quindici, vent’anni nella convinzione di essere un buon conoscitore ecc. ecc., ma in quella di esserne un ottimo conoscitore, uno dei migliori in circolazione, almeno in Italia, al punto da aver fatto della critica musicale uno dei punti fermi della mia vita professionale.

Ora, volendo sorvolare sul fatto che chiunque pratichi l’arte della critica musicale, perché di arte si tratta, fidatevi di uno scemo, è fortemente convinto di essere un numero uno, una rockstar del suo genere, nel mio caso qualche pezza d’appoggio ce l’avevo pure, attestati di stima e riconoscimenti vari. Pezza che ha fortificato in me questa convinzione, rimasta tale fino a qualche mese fa.

Perché, questo è un fatto, da che ho cominciato il mio Grand Tour de Force le mie certezze hanno cominciato a vacillare.

Prima c’è stata l’Austria, dove per la prima volta non ho trovato, così a mente, abbastanza nomi per riempire un’ipotetica playlist da infilare nel mio lettore MP3, come ideale colonna sonora del viaggio viennese, perché questo faccio di solito nei capitoli Orecchie, stilo playlist capaci di evocare una colonna sonora ideale, partendo da artisti locali, certo, ma anche da musiche di artisti internazionali, anche italiani, che abbiano la città in questione nel titolo o nelle strofe.

Ho faticato, sono ricorso anche alla rete, a Wikipedia, quindi, e ai tanti siti tematici, ma sono riuscito a tirare fuori poche notizie da aggiungere alle pochissime che sapevo di mio.

Poi è stata la volta di Praga, dove la situazione si è fatta ancora più oscura, per non dire disperata. Perché se Vienna poteva in tutti i casi vantare gente come Falco e gli Opus, per non dire di Mozart e di Kruder e Dorfmeister, Praga era il grande nulla, quello cantato da James Ellroy nel suo notevole romanzo. E lì a nulla è valso il mio ricorrere alla rete. Niente, Praga, città d’arte e votata, come musei, alla musica, era una sorta di isola deserta, senza neanche una palma a farci ombra.

Ora arriva Budapest, e la mia ormai misera autostima, la misera autostima di uno che fino a poco fa si credeva una rockstar, tenetelo bene a mente, ha un crollo definitivo.

Come, mi dico, saprei distinguere un giro di accordi tipicamente tuareg da uno della tradizione blues senegalese e non so tirare fuori dal cilindro uno straccio di cantante pop ungherese?

Come, mi ripeto, so almeno una decina di nomi di pornostar che hanno vissuto a Budapest, addirittura, ritiratesi a una vita più tranquilla o ancora in attività, e non mi viene in mente neanche un rockettaro magiaro, un rapper di origine tzigana, niente?

Come, concludo, ho suonato un dobro



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